Vi siete stupiti così tanto dei travestimenti da originale Drag Queen di Achille Lauro, quasi a ergerlo a messia del nuovo pensiero, delle nuove generazioni, della nuova visione dell'arte, della sessualità e della musica. Avete un tantino esagerato, ammettetelo! Per fortuna è una sbornia che, al massimo, tra due settimane passerà.
Buon comunicatore questo ragazzo, spiazzante nel modo di porsi, intraprendente e di carattere. Non gli è mancato il coraggio di provare a stare davanti a tutti, a far parlare solo di lui. Ci è riuscito. Ma se avete le orecchie in ordine e la mente lucida lo sapete che siamo di fronte a un artista normale. A Sanremo ha portato un pezzo che gira bene (e girerà molto bene anche sulle piattaforme di diffusione), ma niente di più.
Abbiamo applaudito tutti insieme anche la vittoria di Diodato. Giusto così. È stato il più bravo, è pulito, la faccia da bravo ragazzo, il brano prende. Lui canta benissimo. Ma non resterà, non traccerà un segno. Il genio, sul palco dell'Ariston, l'hanno portato BUGO e MORGAN. Disordinati, squalificati, derisi dal web. Si è parlato di loro come artisti sgangherati, simpatici, incomprensibili. Si è parlato del dissing live, della fuga dal palco.
Ma cavolo! Che bomba il pezzo "Sincero". Un fiore in mezzo a un campo semi deserto, a una produzione musicale ripetitiva, dogmatica, finto trasgressiva. Una pennellata di talento puro. Synth, giro elettronico sperimentale che assomiglia vagamente agli anni d'oro dei Bluvertigo, ma cambia, ti sorprendere e si posiziona tra oggi e domani, con una visione musicale assoluta e un racconto verghiano che ti entra, ti mette allo specchio:
"Lavati i denti e non provare invidia" "Non lamentarti perché c'è sempre peggio" "Volevo fare il cantante delle canzoni inglesi perché nessuno capiva che dicevo" "..e invece faccio i sorrisi a ogni scemo" "Scegli il vestito migliore per il matrimonio del tuo amico con gli occhi tristi" "Odia qualcuno per stare un po' meglio, odia qualcuno che sembra stia meglio, un figlio di puttana chiamalo fratello". "Ma sono solo io, non so chi mi credevo".
Davvero un capolavoro. Purtroppo le chiacchiere, i comportamenti privi di ogni logica di questi due artisti, perché loro sono ARTISTI e per esserlo non basta indossare un tappeto dell'arredamento della nonna, hanno schiacciato in secondo piano il patrimonio che, anche stavolta, MORGAN ci ha lasciato.
Forza Marco, con la tua arte non devi temere il futuro. E complimenti anche a Bugo. Grazie.
Comments