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Immagine del redattoreandreaspadoni

La crisi del calcio brasiliano e l'allucinazione su Vinicius Junior, calciatore sopravvalutato?




Dopo la sconfitta per 1-0 su Paraguay, ci si chiede dove sia finito il Brasile. La nazionale verdeoro sta attraversando una delle sue crisi più gravi degli ultimi decenni: nelle qualificazioni per i Mondiali del 2026 ha ottenuto solo quattro vittorie su otto partite disputate, ruolino di marcia molto al di sotto delle aspettative di una squadra considerata tra le più forti del mondo, che segue una Copa America deludente.

Vinicius Junior è colui che dovrebbe essere la stella, l’uomo in più, quello che dovrebbe accendere i sogni e la passione. In realtà è evidente che proprio il brillante esterno offensivo del Real Madrid rappresenti la trasformazione negativa del calcio brasiliano, ormai senza più il suo dna. Peccato, perché dalla perla del Sudamerica sono nati talenti unici e creativi, inutile fare i nomi, sono evidenti: Pelé, Zico, Dinho, Kaka, Ronaldo, Neymar e almeno altri trenta fuoriclasse degni di nota.


𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐞̀ 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐁𝐫𝐚𝐬𝐢𝐥𝐞?


La squadra attuale, invece, rappresentata da un calciatore che la massa media e i media vorrebbero anche premiare addirittura con il Pallone d’Oro, in campo è smarrita, anonima, slegata dalla sua storia, senza quella musica immaginaria che si associava alla Ginga e al calcio bailado. Il Brasile, che una volta era sinonimo di inventiva e bellezza in campo, oggi ormai sembra inseguire un modello europeo, privilegiando velocità e fisicità a discapito della fantasia e dell’eleganza.


𝐕𝐢𝐧𝐢𝐜𝐢𝐮𝐬 𝐉𝐮𝐧𝐢𝐨𝐫: 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞


Vinicius Junior, incensato come uno dei migliori calciatori al mondo, rappresenta tutto ciò che il Brasile storicamente non è: velocità e potenza, non tecnica sopraffina e creatività tipica dei grandi brasiliani del passato. Ciò che emerge è che in una squadra come il Real Madrid, circondato da campioni, Vinicius è un finalizzatore efficace, di assist o di gol, ma la sua mancanza di pensare brasiliano è evidente.

Purtroppo, la percezione di questo calciatore è viziata dall’approccio del calcio moderno: l’ossessione per i numeri, i trofei e le statistiche, che spesso portano a sopravvalutare i giocatori in base ai gol segnati, senza considerare che il gioco del pallone è prima di tutto uno sport di squadra, in cui ogni elemento ha un ruolo specifico.


𝐋𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀


Molti additano l'allenatore Dorival Junior come il colpevole principale della crisi, o addirittura qualche mese fa si invocava una guida tecnica con nomi europei come Carlo Ancelotti, ma la realtà è più profonda: il Brasile ha smesso di fare il Brasile. Il problema non è solo tattico o tecnico, ma culturale. La Ginga, il calcio bailado, che hanno reso il Brasile una modello mondiale di calcio, è stato progressivamente abbandonato a favore di un gioco più fisico e meno creativo.

Giocatori come Vinicius sono il simbolo di questa trasformazione: eccellenti atleti, senza il DNA braisliano. Contemporaneamente, talenti più incostanti, ma con caratteristiche vicine al brasilianismo come Kennedy o ad esempio André, vengono trascurati e messi in secondo piano. Si preferisce valorizzare giovani con una fisicità impressionante come Endrick, senza badare al fatto che la storia del Brasile è fatta di giocolieri, non di corridori.



𝐋’𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐧𝐨



Ora tutte le speranze sono riposte nel ritorno in campo di Neymar, l’ultimo ballerino del calcio brasiliano, e nell’ascesa di giovani promesse come Estevao, già prenotato dal City, che ha acceso un barlume di speranza. Tuttavia, la preoccupazione è che anche questi giovani possano essere europeizzati, perdendo quella scintilla che ha sempre reso il Brasile diverso.

E’ necessario recuperare le radici calcistiche lavorando sul talento creativo e la bellezza del gioco, piuttosto che inseguire modelli esteri. Il calcio brasiliano ha sempre affascinato il mondo non per i trofei vinti, ma per come li ha vinti, giocando con gioia, imprevedibilità e un pizzico di magia. Riscoprire questa identità è la chiave per superare la crisi attuale.

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